d

DALLA NEUROSCIENZE ALL’ARCHITETTURA

Dalle neuroscienze all’architettura, dalla progettazione al design, dal rispetto dell’ambiente all’efficienza, questi i temi posti al centro dei progetti del futuro. Analizzando la nostra dimensione evolutiva, la neuroscienze puo’ applicare questo sapere all’ambiente urbano per migliorare il modo in cui lo viviamo. L’architettura al “servizio degli utenti” questo dovrebbe essere il nuovo motto dei progettisti.
Gli studi nel campo delle neuroscienze in questi anni hanno trovato diverse applicazioni, applicazioni che, a loro volta, hanno contribuito ad arricchire ancora di più questo settore: tecnologia, estetica, arte, marketing, economia e molte altre. Perché? Perché permettono di scavare all’interno del nostro essere, della nostra dimensione evolutiva e di applicare questa conoscenza ad ambiti diversi. L’uomo non solo conosce, riflette, medita ma agisce e reagisce secondo risposte emozionali molteplici. È possibile affermare che le neuroscienze hanno dimostrato nel dettaglio, secondo parametri scientifici, ciò che era stato in precedenza sostenuto dalla fenomenologia, e in particolare dalla antropologia filosofica.
I contesti architettonici in cui viviamo non possono prescindere dalla nostra dimensione umana, fanno parte del nostro essere, influenzano le nostre azioni e i nostri pensieri. Per questo motivo
è importante mettere a frutto il sapere delle neuroscienze: forniscono basi scientifiche al rapporto tra le caratteristiche dell’ambiente e le risposte emotive delle persone. Si tratta di un binomio che permette di comprendere in modo approfondito come l’ambiente costruito possa influenzare la salute e il benessere delle persone, come le persone riescano a svolgere le proprie funzioni vitali e professionali nei vari ambienti e quali stati d’animo si producono. Il fine ultimo è ricostruire una sintonia più ricca tra noi e il luogo in cui siamo, affinché le persone possano vivere meglio.

Porre il benessere al centro della progettazione

Il protagonista di questo campo di studi è quindi il cervello. E come funziona il cervello negli spazi?
Quando camminiamo o ci spostiamo in uno spazio, Il cervello non si limita semplicemente a raccogliere le informazioni che l’occhio e gli altri sensi gli passano, ma agisce come “un anticipatore”, ovvero basandosi sull’ambiente circostante, il nostro cervello è in grado di trasmetterci non solo dati visibili, ma anche sensazioni, sia positive che negative e molti altri tipi di percezioni. Pensiamo ad una sensazione di disagio negli ambienti con soffitti troppo bassi o scarsamente illuminati, oppure alla piacevole sensazione di entrare in un ambiente con ampie finestre e con al centro della stanza un giardino interno.